La maggior parte dei moderni maestri spirituali non ha le competenze per riconoscere e affrontare le sofferenze psicologiche degli allievi. D’altro canto la psicologia non ha mai preso in grande considerazione i processi psicologici di coloro che sentono un bisogno di spiritualità e di senso della vita ed ha ricondotto i disagi e le crisi di tali processi alla sfera inconscia della persona.
Sarebbe invece opportuno prendere consapevolezza di come sia necessaria una integrazione delle conoscenze tra psicologia e spiritualità per arrivare così alla formazione di psicologi con competenze specifiche per il benessere integrale della persona.
In un’epoca in cui i valori quali il possesso, il successo e il denaro, sembrano imperanti si può notare un forte bisogno di trovare un senso e un valore spirituale alla propria vita.
Ma alla facilità con cui oggi si può percorrere una via di vita si accompagna il proliferare di “maestri” e “guru” formatisi in poche settimane o mesi nelle più svariate scuole o ashram del mondo e contemporaneamente ad una celebrazione degli effetti terapeutici di pratiche e tecniche spirituali.
Ma crediamo davvero che una persona, per il semplice fatto di aver svolto per anni meditazione o altre pratiche, sarà meno nevrotica di un’altra?
Nel migliore dei casi sarà un po’ più consapevole di esserlo.
Un maestro spirituale può sì aiutare un discepolo a trovare il metodo migliore per lavorare su di sé ma non potrà risolvere antichi traumi e blocchi psicologici che sono di ostacolo al progresso spirituale.
In questi casi uno psicoterapeuta, sensibile alla sfera spirituale, può invece fornire un aiuto molto più rapido e competente.
Tra ragione e follia non c'è contrapposizione ma uno scambio continuo e incessante: la follia emerge in assenza di regole e genera il terreno su cui la ragione edifica le sue regole. (Elio Occhipinti, Lezioni)
Grafica di Melissa Nucera
"Per la psiche, l'oscurità di espressione è naturale. Prova ne siano i nostri sogni: neri bagliori. Per salvare i fenomeni della psiche occorre il metodo alchemico del caos, un metodo che lascia libero corso alla sorprendente bellezza e libertà di invenzione dell'anima e che sa parlare della psiche in modo psicologico e parlare alla psiche in modo immaginativo". (J. Hillman, "Psicologia alchemica")
"La nuda, intimamente presa di coscienza che il senso del mondo è parte anche esso dell’affabulazione mentale conduce a una disincantata percezione dell'assurda realtà".
Elémire Zolla
"In solitudine, prestiamo un'attenzione appassionata alla nostra vita, ai nostri ricordi, ai dettagli che ci circondano".
Virginia Woolf
"Se odii qualcuno, vuol dire che in lui odii qualcosa che fa parte di te. Ciò che non fa parte di noi non ci disturba"
Hermann Hesse
"Ognuno di noi, al di sopra della mente o più in
profondità, ha un’aspirazione, quella stessa che ci ha spinto a metterci in marcia: un bisogno del nostro essere, una sorta di parola d’ordine valida solo per noi". (Satprem, da "Sri Aurobindo,
l’avventura della coscienza")
"Alla resa dei conti il fattore decisivo è sempre la coscienza, che è capace di intendere le manifestazioni inconsce e di prendere posizione di fronte ad esse". (Carl Gustav
Jung)
"Conoscere le nostre paure è il miglior metodo per occuparsi delle paure degli altri".
(Carl Gustav Jung, 1875-1961)
"Ogni persona è portatrice di un’unicità che chiede di essere vissuta e che è già presente prima di poter essere vissuta".
(James Hillman, Il codice dell'anima)
“I guasti non ci vengono tanto dai traumi infantili, bensì dalla modalità traumatica con cui ricordiamo l’infanzia come un periodo di disastri arbitrari e provocati da cause esterne che ci hanno
plasmato male”.
(James Hillman, Il codice dell’anima)
“Volete cambiare il mondo? Che ne dite di cominciare da voi stessi? Che ne dite di venire trasformati per primi? Ma come si ottiene il cambiamento? Attraverso l’osservazione. Attraverso la comprensione. Senza interferenze o giudizi da parte vostra. Perché quel che si giudica non si può comprendere.” (Anthony De Mello)
"È sbagliato pensare di poter raggiungere e afferrare
la felicità.
La felicità non si può conseguire in se stessa perché
non è un oggetto ma un cammino" (Anthony De Mello)
"È molto più facile riconoscere l'errore che scoprire la verità.
Quello sta in superficie e se ne viene a capo agevolmente;
questa riposa in profondità e non a tutti riesce di scandagliarla".
J. W. Goethe
"Per cambiare la propria visione del mondo, è più efficace cominciare cambiando il proprio modo di agire."
Paul Watzlawick
"L'illusione più pericolosa è quella che esista soltanto un'unica realtà".
Paul Watzlawick (1921-2007, psicologo e filosofo, da La realtà della realtà.
"L'umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo. Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui."
Fedor Dostoevskij (1821-1881)
"La funzione universale e liberatrice dell'immaginazione attiva è quella di tipificare, trasmutare ogni cosa in Immagine-simbolo, percependo la corrispondenza tra il nascosto e il visibile." H. Corbin, L'immaginazione creatrice.
Il cambiamento in atto, come tutto ciò che è novità, mette in evidenza quel che non è più al passo coi tempi. Un numero crescente di persone sente una spinta interiore sempre più forte senza però comprendere verso quale direzione rivolgersi. Spesso questo sfocia in una sofferenza profonda, in una sensazione di mancanza di senso e porta a percepirsi come individui isolati e alienati dalla realtà circostante che dal canto suo si fa sempre più complessa e ricca di sollecitazioni. I punti di riferimento tradizionali non suscitano la stessa attrattiva del passato, spesso vengono percepiti come palliativi e non come soluzioni. Il motivo sta nel fatto che sono sostanzialmente rivolti a un uomo dalla coscienza vecchia, mentre si stanno sviluppando modi di pensare diversi. Noi crediamo che questo momento della storia umana rappresenti, pur nella sua difficoltà, una grande opportunità perché oggi più che in passato molti hanno la possibilità di operare coscientemente per il cambiamento. L’uomo diventa in questa ottica il laboratorio da cui nascerà la tappa successiva dell’evoluzione, dove la novità starà nell'uso consapevole della tecnologia, nella condivisione, nella percezione di essere individui singoli e contemporaneamente esseri uniti da un pensiero collettivo. Solo così il cambiamento potrà avvenire per il benessere del maggior numero possibile di persone.
"Per riconoscere la saggezza bisogna in qualche misura esercitarsi alla saggezza. Si conosce soltanto diventando simili al proprio oggetto." (P. Hadot, Esercizi spirituali e filosofia antica).
Possono i nativi digitali, sommersi da tante informazioni superficiali, arrivare a comprendere l'importanza di questo esercizio?
E se si come?
Avevamo già parlato in altri post dell’importanza del sonno e dei sogni per il nostro benessere psicofisico. A quei contenuti possiamo aggiungere ora un’interessante argomentazione fatta dallo psicologo inglese Nicholas Humphrey che ritiene la propensione al sogno il frutto di un vantaggio evolutivo per il cervello umano. Infatti, i sogni narrativi, sogni nei quali l’Ego individuale si trova al centro di una storia realistica che si svolge altrove rispetto all’ubicazione fisica del sognatore, possono essere all’origine della nostra convinzione di possedere un’anima indipendente dal corpo fisico e con ciò rendere ancor più ricca e immaginifica la nostra vita.
(N. Humphrey, Polvere d’anima)
Laura Pozzo: Desidera aiutare anche gli altri?
James Hillman: Certo, ma è irrilevante. Non posso aiutare gli altri direttamente. Solo la psiche può farlo, perciò io cerco di aiutare la psiche e di servirla: therapéia.
(Il linguaggio della vita, Rizzoli)
"I momenti di dissoluzione non sono momenti di mero crollo: essi fanno scaturire dalle incrostazioni dell'abitudine il senso di un valore umano personale." (J. Hillman, Psicologia alchemica)
"Il trauma è un giacimento di sale, è un luogo fisso per riflettere sulla natura e sul valore del mio essere personale, di dove ha origine la memoria e dove ha inizio lo sguardo retrospettivo sulla storia personale." J. Hillman, Psicologia alchemica.
Il desiderio di imparare spesso si scontra con il “sistema immunitario” psicologico. Così come il corpo reagisce difendendosi dalle sostanze estranee anche la nostra psiche ci fa sentire sciocchi e inadeguati di fronte alle novità al punto da convincerci che aprirsi al nuovo non è poi così importante e alla fine rinunciamo.
Nell'atto di ascoltare un mito e riviverlo attraverso i simboli con cui esso è costruito (la terra, la caverna, il tempo, il centro, la creazione, la morte, ecc.) abbiamo la possibilità di ricollegarci agli elementi più antichi e sacri dell’esistenza umana. Questo porta al superamento della situazione storica, della quotidianità e ci aiuta a prendere coscienza di come siamo culturalmente condizionati a vivere la realtà che viviamo come l’unica realtà possibile. Questa falsa identificazione con ciò che è contingente viene definita dai saggi di ogni tempo come lo stato di “ignoranza” dell’essere umano. Ma non pensiamo che questo stato riguardi solo l’uomo dell’epoca attuale, sin dall'antichità infatti i saggi si sono lamentati della facilità con cui gli uomini cadono vittima di quest’inganno. Cosa fare? Leggere i miti, provare a identificarsi con essi, riviverli attraverso le rappresentazioni teatrali e l’arte, farli riemergere dalla nostra psiche con il sogno. Tutto questo ci aiuta a superare l’ottusa sensazione di sufficienza che pensiamo di aver conquistato conformandoci alla realtà apparente.
Tutti conosciamo la sgradevole sensazione di girare in tondo di fronte a un problema o una situazione nuova. Questa sensazione si genera quando le soluzioni o le scelte a cui abitudinariamente facciamo ricorso non sortiscono più effetto, e spesso la frustrazione aumenta quanto più ci intestardiamo e insistiamo nel riproporle. Fermarsi, sospendere quello che stiamo facendo e osservare, senza giudicare, come lo stiamo facendo è il primo piccolo passo per rompere il circolo vizioso del “girare in tondo”.
"Noi psicologi parliamo per concetti: l'Io e l'inconscio; libido, energia e pulsione; opposti, regressione, funzione, sentimento, compensazione, traslazione... Quando lavoriamo con questi
termini, curiosamente dimentichiamo che sono soltanto concetti, ben poco utili per afferrare gli eventi psichici che così inadeguatamente descrivono.
Inoltre tendiamo a trascurare il fatto che questi concetti appesantiscono il nostro lavoro, perché ci arrivano già carichi della loro storia inconscia."
James Hillman, Psicologia Alchemica.
Se pensiamo che gran parte della nostra vita viene gestita da meccanismi di cui non abbiamo quasi per nulla coscienza e che la creatività, la spinta al cambiamento e al miglioramento vengono dalla psiche più profonda, non ha tutti i torti l'autore della vignetta nel definire il conscio come noioso!
Vedere in profondità.
"Se la consapevolezza non si spinge mai oltre gli eventi più superficiali e le circostanze correnti, le azioni non sono che reazioni. Se, invece, riusciamo a spingerci più in profondità per
vedere il tutto che genera ciò che è, e il nostro legame con questa completezza, la fonte e l'efficacia delle nostre azioni
possono trasformarsi completamente." (Senge e al., Presence)
http://www.laboratorio-coscienza.org/?p=1928
Pollicina e Pollicino è l’affettuoso nomignolo con cui il filosofo Michel Serres, nel libro “Non è un mondo per vecchi”, battezza i giovani d’oggi. Ecco cosa dice di loro: “Avendoli
osservati con ammirazione inviare più velocemente di quanto non saprei mai fare con le mie dita maldestre, inviare, dico, degli SMS con i pollici, li ho battezzati, con tutta la tenerezza che
possa esprimere un nonno, Pollicina e Pollicino.”
Questa sorridente affermazione fa parte di una più ampia e acuta analisi del mondo dei giovani, nella quale, Serres, constata che in un breve intervallo di tempo è nato un nuovo umano. Di
fatto, “le tecnologie digitali sconvolgono il quadro antropologico finora noto. Virtualità, connettività universale e libero accesso alle fonti di informazione stanno riplasmando le facoltà
cognitive dei ragazzi e dislocando altrimenti il sapere.”